DOLORE AL COLLO: IL RUOLO DELLA TERAPIA MANUALE E DELL’ESERCIZIO
CEFALEA MIOTENSIVA
27 Giugno 2020
DORSALGIA: STRATEGIE PER IL TRATTAMENTO
27 Giugno 2020DOLORE AL COLLO: IL RUOLO DELLA TERAPIA MANUALE E DELL’ESERCIZIO
La cervicalgia, termine che indica il dolore al collo, è un disturbo muscoloscheletrico molto comune ed estremamente diffuso nella popolazione. Il dolore è localizzato alla regione anatomica del collo, anche se è molto comune osservare nei soggetti con cervicalgia un dolore riferito agli arti superiori o nella regione dorsale della schiena compresa tra le scapole. Inoltre, ci possono essere disturbi correlati al dolore cervicale quali mal di testa (che può essere, tra le varie tipologia, di origine cervicale) oppure vertigini, che vanno inquadrate attraverso una valutazione approfondita.
Tipicamente questo disturbo viene suddiviso in tre tipologie basandosi sulla durata dei sintomi:
- cervicalgia acuta, quando i sintomi durano fino a sei settimane
- cervicalgia subacuta, quando i sintomi durano fino a tre mesi
- cervicalgia cronica, quando i sintomi durano oltre i tre mesi
Nella maggior parte dei casi (circa il 90% delle condizioni), il dolore è di tipo aspecifico, ovvero non è possibile individuare una causa specifica alla quale attribuire il sintomo doloroso. In una percentuale più ridotta, il dolore può invece essere dato da situazioni specifiche come una frattura, un tumore, una sofferenza nel tratto cervicale del midollo spinale oppure un’instabilità data da una debolezza dei legamenti che stabilizzano le articolazioni tra gli elementi ossei cervicali. Una raccolta anamnestica dettagliata, seguita da una valutazione approfondita, permette di individuare quelle situazioni nelle quali fosse eventualmente necessaria una consulenza medico specialistica.
Si evince quindi come la causa del dolore sia nella maggior parte dei casi non individuabile con esattezza. Questo permette quindi di sfatare un mito: la letteratura scientifica fornisce solide evidenze secondo le quali le indagini strumentali comunemente prescritte ai soggetti con cervicalgia, come ad esempio una radiografia o una risonanza magnetica, non sono utili per individuare la causa in quanto mettono in evidenza dei problemi che si riscontrano anche nei soggetti senza dolore al collo. Reperti come l’artrosi cervicale, l’ernia del disco, l’ispessimento dei legamenti e la postura non sono cause correlate al dolore (anche se ovviamente questo va sempre contestualizzato al paziente che si sta valutando). Si possono tuttavia individuare alcuni fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo della cervicalgia: –
- storia pregressa di cervicalgia e/o lombalgia
- sesso femminile
- età compresa tra i 35 e i 60 anni
- familiarità per dolore al collo
- scarsa forza e resistenza dei muscoli del collo
- lavoro sedentario (tipicamente gli impiegati)
- sedentarietà, ovvero non fare attività fisica
- stress
I sintomi sono dolore al collo, che può essere bilaterale oppure localizzato soltanto su un lato del collo, sensazione di rigidità che si può estendere alle spalle e coinvolgere muscoli come il trapezio, e difficoltà in alcuni movimenti che possono peggiorare i sintomi. Tipicamente, piegare la testa in avanti, le rotazioni del capo e i movimenti laterali (come per avvicinare le orecchie alle spalle) determinano un peggioramento del dolore e della tensione percepita sul collo. Si possono anche riscontrare dei dolori riferiti alle spalle e agli arti superiori, così come un dolore riferito nella regione dorsale della schiena tra le scapole. I sintomi incidono sulla qualità della vita del soggetto con dolore al collo, in quanto possono ostacolare lo svolgimento dell’attività lavorativa così come gli hobby. Il soggetto tende quindi a muoversi sempre meno per paura che il movimento possa peggiorare i sintomi. Questo è tuttavia un comportamento scorretto, in quanto si può andare incontro ad un peggioramento del dolore e ad una riduzione della capacità del collo di sopportare gli stress (ad esempio i movimenti quotidiani). Un obiettivo importante del percorso terapeutico è infatti quello di modificare questo comportamento, facendo capire al soggetto come il movimento non sia dannoso ma anzi benefico in quanto può contribuire alla riduzione del dolore. Inoltre, sintomi come cefalea e vertigini possono anch’essi essere correlati ad una situazione di dolore al collo.
COME SI PUO’ AFFRONTARE QUESTO DISTURBO IN MODO EFFICACE?
La fisioterapia può essere d’aiuto nella gestione della cervicalgia, riducendo il dolore e migliorando la qualità della vita del soggetto con dolore al collo attraverso diversi strumenti, tra i quali la terapia manuale e l’esercizio terapeutico.
La terapia manuale è un valido strumento che ha la finalità di ridurre il dolore. Comprende tecniche manuali divise in mobilizzazioni e manipolazioni articolari, che possono essere erogate con parametri differenti basandosi sul livello di dolore del soggetto. Lo scopo è quello di ridurre il dolore, attraverso meccanismi che la letteratura scientifica suggerisce essere di natura neurofisiologica: attraverso la terapia manuale si ha un rallentamento della trasmissione dell’impulso doloroso verso i centri di integrazione del dolore e l’attivazione di vie neuronali che riducono il dolore. Si ha inoltre il rilascio di sostanze che riducono i sintomi dolorosi come ad esempio le endorfine.
Accanto alla terapia manuale, anche l’esercizio terapeutico costituisce un elemento molto importante per la riduzione del dolore. Questo ha infatti diversi effetti benefici come il miglioramento della forza, resistenza ed efficienza muscolare, recupero del movimento doloroso, miglioramento della capacità di sopportare gli stress dati ad esempio dai movimenti quotidiani e, come per la terapia manuale, il rilascio di sostanze che riducono il dolore. Questo serve per far capire al soggetto che il movimento è benefico e non è assolutamente dannoso per la sua situazione.
L’utilizzo di queste strategie costituisce due elementi importanti sui quali si basa il trattamento fisioterapico non soltanto della cervicalgia ma anche di altri disturbi muscoloscheletrici.
